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Partecipare per ridurre le disuguaglianze: si può!

Una ricerca di ActionAid e Percorsi di secondo Welfare indaga l’importanza dell’orientamento e della partecipazione studentesca per la lotta alle disuguaglianze, alla povertà educativa e all’abbandono scolastico.

Possono la partecipazione studentesca e l’orientamento scolastico contrastare le disuguaglianze esistenti fra i giovani in Italia?

Secondo lo studio “Contrastare le disuguaglianze educative: partecipazione studentesca e orientamento scolastico” la risposta è sì.

Condotto da Percorsi di secondo Welfare, su incarico di ActionAid, ha coinvolto giovani beneficiari dei progetti di ActionAid insieme ad alcuni rappresentanti di Unione degli Studenti con l’obiettivo di capire qual è lo stato dell’arte su questi argomenti e soprattutto come è possibile supportare e ampliare l’azione per il contrasto delle disuguaglianze, della povertà educativa e dell’abbandono scolastico.

In particolare la ricerca si è basata su un’analisi desk della letteratura e documentazione sul tema, in combinazione con due focus group sul tema della partecipazione studentesca e tre interviste in profondità centrate sull’orientamento.

Ecco un estratto tratto dalle riflessioni finali della ricerca. Qui lo studio completo:

Nello specifico, la partecipazione giovanile a scuola rimanda a tutte quelle attività che possono far sentire gli studenti parte della classe e della scuola, attraverso la creazione di un ambiente in cui hanno modo di far sentire la propria voice (ad esempio attraverso la didattica partecipativa o il coinvolgimento nella governance scolastica). Grazie allo sviluppo di un sentimento di identificazione con la scuola, la partecipazione può innescare un circolo virtuoso che favorisce il successo scolastico.

L’orientamento, inteso come processo di acquisizione delle competenze e delle conoscenze necessarie ad affrontare le scelte formative e di carriera durante tutto il corso della vita, è invece strettamente collegato al problema dell’abbandono perché insegna a gestire in autonomia la propria carriera formativa e professionale e ad affrontare le scelte rispetto al futuro. In questo senso, l’orientamento è particolarmente utile nel sostenere gli studenti più vulnerabili non solo perché agisce in termini preventivi, ma anche perché aiuta a colmare i gap informativi che questi studenti hanno rispetto ai loro colleghi di origini sociali più elevate.